Mentre in città è ancora emergenza rifiuti soprattutto nei quartieri, a Fondo Fucile non si raccoglie la spazzatura da oltre dieci giorni, finalmente si risolve il caso degli atti che il liquidatore di Messinambiente non aveva ancora consegnato ai consiglieri comunali. A chiarire tutti i dubbi direttamente il segretario Le Donne.

Alla fine si è dovuto “scomodare” il segretario generale Antonio Le Donneper sbrogliare i fili di una matassa che si stava trasformando in un vero e proprio caso. La vicenda si trascinava ormai da qualche settimana con duri botta e risposta, note incandescenti e sedute di Consiglio comunale e commissioni infuocate. A scatenare le polemiche era stata la richiesta di accesso agli attidella società Messinambiente da parte di alcuni consiglieri comunali. I primi erano stati Nicola Cucinotta eAntonella Russo, poi anche Giuseppe Santalco. I consiglieri avevano chiesto alcuni documenti per capire cosa sta accadendo in questo momento a Messinambiente, per fare luce soprattutto sui nuovi consulenti nominati, al momento solo Raphael Rossi e Armando Di Maria anche se da via Dogali in queste settimane sono passati tanti volti nuovi, per sapere in che modo e con quali risorse a disposizione si sta lavorando. Ma da Messinambiente non sono riusciti a tirar fuori nessuna carta. Un tira e molla andato avanti fino a questa mattina, con una serie di faccia a faccia, una nota della presidente del Consiglio comunale Emilia Barrile e un incomprensibile atteggiamento di chiusura da parte del liquidatore Alessio Ciacci che è servito solo ad alimentare nervosismi nei rapporti. Proprio Ciacci, infatti, aveva risposto alle richieste dei consiglieri appigliandosi ad un articolo del regolamento comunale secondo cui i consiglieri comunali devono inoltrare quel tipo di richiesta attraverso la Presidenza del Consiglio Comunale. Un’interpretazione che non ha convinto i consiglieri comunali e la stessa presidente Barrile che si è rivolta al segretario generale. Per uscire fuori da questo garbuglio Le Donne ha raccolto il suo parere in una nota indirizzata al liquidatore Alessio Ciacci. Addirittura due pagine in cui Le Donne cita l’ordinamento nazionale, siciliano, lo statuto del Comune di Messina, il regolamento comunale, è costretto anche a fare un esame semantico del termine “possono” che compare nell’articolo incriminato a cui faceva riferimento Ciacci, consegna dei ragionamenti sull’opportunità di applicare le norme alla lettera o di interpretarle in modo più “leggero”. Tutto questo per dire a Ciacci che “nessun indugio deve essere posto ulteriormente al riscontro delle istanze”, cioè che può tranquillamente consegnare ai consiglieri gli atti che chiedono per svolgere l’attività ispettiva che rientra nei loro compiti. A questo punto Cucinotta e Santalco, soddisfatti per il risultato ottenuto, aspettano di ottenere i documenti richiesti. Dagli uffici di Messinambiente hanno assicurato che già lunedì sarà tutto nelle loro mani.

Parlando di Messinambiente però continuano i problemi sul fronte rifiuti. E naturalmente non si arrestano le segnalazioni che arrivano da ogni zona della città e che raccontano di situazioni ormai al limite della civiltà. Lo stesso assessore Daniele Ialacqua ha espressamente chiesto a Ciacci i motivi per cui ci sono zone in cui la raccolta non viene effettuata da oltre dieci giorni, provocando le naturali reazioni dei cittadini inferociti. Il consigliere comunale Claudio Cardile e i consiglieri della III Circoscrizione Antonino Sciuttèri e Antonino Trino hanno scritto all’amministrazione comunale e all’Asp per denunciare le condizioni in cui si trova Fondo Fucile. I consiglieri si chiedono a che serve avere un “super manager” in tema di rifiuti se la raccolta nelle strade cittadine continua a non avvenire con regolarità e ci sono zone della città in cui montagne di immondizia giacciono in strada da almeno 10 giorni. “Che dire se ad essere “dimenticati” in strada sono enormi cumuli di rifiuti proprio a ridosso di un plesso scolastico e di una baraccopoli, con i rischi che ciò comporta in termini di salubrità dell’ambiente per i piccoli bambini che, volenti o nolenti, devono passare a ridosso dei rifiuti e respirare aria ammorbata? Basta transitare lungo il perimetro del 13° Istituto Comprensivo  “Albino Luciani” di Fondo Fucile per rendersi facilmente conto della situazione inverosimile”. I consiglieri scrivono che “Lì dove l’Istituzione Scuola e i Padri Guanelliani fanno quotidianamente sforzi enormi per togliere i minori dalla strada favorendo la cultura, il rinforzo scolastico e la prevenzione delle classi disagiate; lì dove il rilancio dell’azione di risanamento dovrebbe essere una priorità e dove l’Amministrazione Comunale vorrebbe realizzare verde pubblico abbattendo le baracche che da sole bastano a rendere degradata l’intera zona non si riesce nemmeno a smaltire i rifiuti solidi urbani, determinando precarie condizioni igienico-sanitarie per la popolazione del rione”. Chiedono interventi immediati. Come in questi giorni li chiedono a gran voce da tutte le zone periferiche della città.

Francesca Stornante

 

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