GIUSEPPE SANTALCO ringrazia il vicesindaco e l’ingegnere Trimboli per la presenza oggi assicurata: sicuramente, la mancata contestuale presenza dell’ATO e di MessinAmbiente non consente però di avere un quadro complessivo.

Il vicesindaco sta tentando in questo momento di avere una chiara visione d’insieme della massa debitoria del Comune; per questa ragione, chi parla si era permesso di chiedere una copia della relazione degli esperti, che sicuramente fa una fotografia della massa debitoria funzionale alla definizione del piano finanziario.

In quest’ottica, entro la fine del mese di novembre, dovranno predisporre tre atti fondamentali: il bilancio di previsione, il piano finanziario e la stessa delibera riguardante la società d’ambito.

Occorre preliminarmente prendere in esame alcuni elementi formali quali la circolare n. 2 della Regione, che in maniera puntuale quasi impone agli amministratori delle società d’ambito e dei Comuni di velocizzare al massimo la liquidazione degli ATO. Ebbene, quella circolare è cogente nei riguardi del Comune e degli ATO.

Sin dall’inizio ha dichiarato che il Comune deve compiere uno sforzo importante, che comporta un’assunzione di responsabilità, considerato che l’Ente deve propedeuticamente focalizzare tutti i debiti dell’ATO, anche quelli nei riguardi dei creditori.

La società d’ambito, quando instaurò il contenzioso, contestualmente chiese al Giudice di dichiarare che il terzo chiamato in causa, il Comune di Messina, fosse obbligato a tenere indenne la convenuta società d’ambito qualora fosse stata condannata a pagare nei confronti di MessinAmbiente.

La situazione è complessa, ma ritiene essenziale dover operare rapidamente anche per non dare la sensazione di voler dilatare troppo nel tempo l’esistenza dell’ATO: dal 1º ottobre dovrebbero infatti iniziare ad operare le  SRR, le nuove società.

Si confronterà con gli altri consiglieri, ma ritiene che la delibera riguardante l’ATO debba contenere anche quest’ultimo atto finale. Vi è la problematica che attiene ai rapporti con la società Tirreno Ambiente: leggendo il verbale della riunione emerge che pur tutelandosi da un lato Tirreno Ambiente, dall’altro si rimanda la questione definitiva al piano di riequilibrio.

Senza piano di riequilibrio la Regione non si fa carico dell’intera massa debitoria del Comune nei riguardi della società d’ambito.

Purtroppo nessun consigliere era presente a quella riunione; nessuno ha relazionato e l’unico dato formale di cui dispongono è il verbale della Prefettura.

Il piano finanziario è condizione essenziale per l’impalcatura complessiva, tranne ottenere un’anticipazione dei due quinti dell’intera somma per il pagamento di Tirreno Ambiente.

Si tratta di una questione di difficile soluzione: non è sufficiente aver sollecitato il Giudice ad accelerare la perizia, perché qui vanno oltre il 2014.

La procedura rischia di prolungarsi per mesi e anni a voler seguire i tempi della “giustizia”.

Così come si è dimostrata buona volontà per la prima transazione, e considerato che esistono situazioni debitorie pesanti, visto che la stessa società d’ambito ha chiuso ciascun anno finanziario discostandosi anche dal piano finanziario di MessinAmbiente, occorre sforzarsi di chiudere la vicenda, non dimenticando che, con riferimento a quanto accadrà con la TARES, devono saper esattamente quanto costa il servizio.

Occorre che già da domani vengano convocate le due parti, gli avvocati, una terza parte, augurandosi che da parte di tutti i soggetti si manifesti una piena volontà di soluzione.

Gli è sembrato inoltre di capire che anche il ragioniere generale darebbe priorità alla possibilità tecnica di definire una delibera complessiva che contempli tutti i debiti dell’ATO 3 nei confronti del Comune, piuttosto che fare una frantumazione che non servirebbe a nessuno.

 

GIUSEPPE SANTALCO osserva che l’intervento dell’ingegnere Miloro entra nel cuore della problematica, ma ha il timore che l’Amministrazione stia facendo della raccolta differenziata la chiave di volta per risolvere tutte le questioni. Questo è semplicistico perché comunque si devono fare i conti con la tempistica e bisogna parlare in termini di prospettive, avendo chiaro come l’Amministrazione vorrà muoversi.