COSTI E SPESE

Gli esponenti dei vari gruppi consiliari del Pd hanno posto la lente di ingrandimento sui costi dei rifiuti di questi primi sei mesi del 2014, rilevando come nulla sia cambiato rispetto al passato. La soluzione? Liquidare Messinambiente e costituire una società mista.

“Un anno di amministrazione Accorinti, quattro mesi di gestione targata Alessio Ciacci e sul fronte rifiuti siamo esattamente al punto di partenza”. Da questo presupposto si è mossa la conferenza stampa indetta oggi dai gruppi consiliari del Pd che hanno messo la lente di ingrandimento sui costi della gestione rifiuti di questi primi sei mesi dell’anno, costi rendicontati nei due piani finanziari approvati fino ad oggi, il primo per i mesi gennaio-aprile, il secondo per maggio e giugno (per l’analisi dettagliata vedi articoli correlati). Le cifre parlano chiaro: nel primo quadrimestre del 2014 il costo totale del servizio di igiene ambientale è costato14.766.965 euro, a maggio-giugno 7.445.430, dunque una spesa totale di  22.212.395 euro in sei mesi. Ciò che Giuseppe Santalco, Paolo David, Carlo Cantali, Claudio Cardile e Francesco Pagano hanno puntato a sottolineare è il fatto che i costi sostenuti da questa amministrazione sono esattamente uguali, anzi di più, rispetto a quelli del 2013 che poi sono ricaduti sui cittadini sotto la veste dell’odiatissima Tares. Dunque, se il trend resterà questo a fine anno si avrà un totale spesa di 44 milioni di euro, addirittura due in più rispetto ai 42.376.000 euro di quel famoso e contestato piano finanziario che però alla fine il consiglio decise di approvare.

Santalco, capogruppo di Felice per Messina, ha sottolineato proprio il fatto che secondo questi numeri nulla è cambiato rispetto al passato e che questa amministrazione non ha messo in atto alcuna strategia per abbassare il costo dei rifiuti. Santalco ha rilevato anche la differenza tra le perizie presentate in questi mesi da Messinambiente e quelle poi approvate dal Comune, si ricorderà la “guerra di perizie” dei mesi scorsi, facendo però emergere come durante questi ultimi due mesi di gestione Ciacci il costo mensile di Messinambiente sia salito dagli iniziali 2.659.000 euro a 3.218.000 euro, un incremento dettato da maggiori oneri economici per i costi della manodopera (121.576,54), trattamento dei materiali provenienti dalla differenziata (237.460,64), ulteriori costi per pulizia discariche abusive, gestione piattaforma Pace, raccolta differenziata (131.582,90). L’anomalia, per Cardile, sono i costi dell’Ato3 per 1.336.930 euro inseriti tra le spese della gestione rifiuti, spese ad esempio per la manutenzione ville e aree a verde che secondo il consigliere dovrebbero essere sostenute dalle risorse a disposizione per la manutenzione del verde pubblico.

Per Santalco questi aumenti sono inaccettabili perché alcuni a quanto pare sono per servizi non resi, come attestano le relazioni dell’Ato3 sulla mancata rimozione delle discariche abusive, ma soprattutto perché ricadranno ancora una volta sulle tasche dei cittadini, già pesantemente tartassati da un carico tributario che nel 2013 si è attestato sui 797,88 euro a persona, contro i 384,58 euro del 2013. “Il problema sta a monte e cioè nella totale incertezza in cui sta andando avanti la società, considerato che si tratta di una realtà in liquidazione in cui però il commissario Ciacci non ha avviato alcun percorso in questo senso”. La soluzione? Per gli esponenti Pd si dovrebbe rifare tutto da capo, nuova società mista, 60% pubblico e 40% privato, per intercettare gli investimenti necessari che arriverebbero dalla parte private e poter riprogettare tutto guardando al futuro e non rincorrendo sempre l’emergenza. Santalco e David hanno parlato anche dei bilanci che mancano, della mancanza di chiarezza sulla mole debitoria e dell’ultimo bilancio consuntivo del Comune in cui mancano ancora proprio i numeri delle partecipate. “Il Pd si asterrà dal voto sul consuntivo se non ci saranno gli allegati che riguardano le partecipate” ha dichiarato David.

Cantali ha posto l’accento sulle isole ecologiche e sull’ipotesi di farle gestire ai privati, Pagano ha invece mostrato con foto alla mano l’attuale situazione di emergenza rifiuti che si registra ancora in città. Dito fortemente puntato contro l’amministrazione e di riflesso anche contro Ciacci, nonostante le difficoltà di Messinambiente non nascono certo oggi e sono sotto gli occhi di tutti da tempo.

Tra qualche mese un nuovo piano finanziario arriverà in aula per decidere quali saranno le tariffe della Tari, l’erede della Tares. Il Pd annuncia che se i costi non verranno rivisti questa volta non approverà alcun documento, come invece fu per la Tares.

Un pensiero è naturalmente stato rivolto a Nino Tomasello, l’operatore di Messinambiente vittima ieri di un tragico incidente.

Francesca Stornante