Poco dopo Natale, con un anno di ritardo ecco giungere la risposta di Babbo Natale al consigliere di Felice per Messina Giuseppe Santalco.

“Si è giustificato per il ritardo” si legge nella nota del consigliere in riferimento a Babbo Natale “ha aspettato sino all’ultimo per rispondermi perché sconcertato dall’amministrazione che gli aveva aperto un barlume di speranza, da ultimo sconfessata dall’arcigna Commissione Ministeriale”.

Nella lettera dello scorso anno il consigliere, dopo diversi richiami nei confronti di Renato Accorinti si era rivolto proprio a Babbo Natale chiedendogli di non abbandonare completamente Messina e di darle un vero sindaco. A quanto pare, il Consigliere, dopo un anno di attesa ha ricevuto la risposta da Babbo Natale in persona.

“Caro Consigliere ho letto con attenzione la lettera da Lei inviatami lo scorso anno. Di solito non rispondo alle molteplici lettere che mi inviano i politici. Questa volta, seppure in ritardo (meglio tardi che mai), ho voluto fare una eccezione per la simpatia che mi lega alla cara città di Messina dove ogni Natale vengo con piacere .

Ciò che mi ha spinto a rispondere è stata la mestizia e lo scoramento che ho riscontrato in tanti giovani messinesi ed in numerose famiglie. Dall’alto non riuscivo ad individuare la città perché priva di luci e di addobbi. Le stesse renne erano disorientate e spazientite. L’unico riferimento che ho avuto è stato l’albero illuminato a Piazza Cairoli.

Avevo sentito parlare del Suo nuovo Sindaco . Lo scorso dicembre girando tra le case, tra una consegna e l’altra, origliavo ciò che si diceva nella famiglie. Riscontravo curiosità e fiducia. Si parlava di rivoluzione dal basso, di partecipazione, di un coinvolgimento effettivo di tutta la città, di un cambiamento reale. I cittadini avevano anche apprezzato l’impegno del Consiglio Comunale nell’approvare delibere proposte dall’amministrazione del nuovo Sindaco. tra cui il Bilancio Consuntivo 2012 ed il Preventivo 2013. Auspicavano, tra una fetta di panettone e l’altra, che il Sindaco aprisse al dialogo e chiudesse al paroliere.

La sua lettera mi ha, pertanto, ulteriormente indotto a monitorare la Sua città per poter rispondere più compiutamente alle Sue richieste. Tuttavia, dalla mia esperienza e dai miei capelli bianchi ricavo una impressione. Le dico che ho avuto difficoltà ad individuare un vero percorso innovatore nel Sindaco Accorinti. Mi è dispiaciuto vedere che alcuni suoi amici della prima ora lo hanno abbandonato. Mi è dispiaciuto, soprattutto, vederlo, a volta, sconsolato ed avvilito.

Eh sì… una cosa è fare le battaglie civili criticando tutto e tutti… altra cosa è amministrare una città difficile come Messina.

L’ho visto quasi sempre attorniato da accademici, sopraffatti dalla passione politica, che pensano di trasferire modi ed atteggiamenti da docente nella gestione amministrativa e nei rapporti con il Consiglio Comunale. Il Suo Sindaco si rifugia nel verbo dell’amore e nella carta costituzionale e ciò per sfuggire alle emergenze e per sopperire ad una mancanza di progetto per la città.

I momenti in cui mi sembrava radioso sono stati quelli in cui era in ginocchio davanti al Papa, dialogava con il Dalai Lama, partecipava alla manifestazione con i No Muos e con La sciarpa tricolore bloccava i TIR sul cavalcavia. L’ho visto sconfortato, invece, quando partecipava alle riunioni in Prefettura, ai Consigli Comunali, alle manifestazioni pubbliche religiose e istituzionali in cui mi sembrava un pesce fuor d’acqua. Come dire… come direste voi… si può entrare scalzo al Comune, ma gestire è come attraversare il mare “chi zocculi”.

Ho assistito nascosto alle sue sfuriate quando non comprendeva i motivi per cui la magistratura bocciava le sue delibere sull’isola pedonale, sul blocco dei tir, e non riusciva a capire che in fondo la Prefettura rappresenta lo Stato (e che quindi bisognava dare il massimo supporto con uomini e mezzi). Mi ha fatto tenerezza quando veniva fischiato davanti all’ospedale Piemonte, quando veniva assediato dai lavoratori in protesta dietro la sua porta, senza rendersi conto che lui è il Sindaco della città e ciò comporta onori ed oneri… senza difesa di cognizione e meno che mai di soluzione… ancorato a quella ciambella sempre più sgonfia di “battaglie quarantennali”.

Pensava fosse difficile anche da solo agitare un cartello, sventolare una bandiera, vendere una maglietta, gridare slogan, interrompere manifestazioni, fare barricate, incatenarsi ad una ringhiera e non immaginava quanto eroico sia un processo condiviso, un esercizio di democrazia, il confronto sulla base di regole avverse alla anarchia di modi, toni, stili, vedute, pensieri e azioni. Proprio in questi giorni cercavo dall’alto un piccolo angelo che nei mesi scorsi si affannava a dare conforto ed assistenza ai fratelli che sbarcavano dalle navi, ma mi è stato detto che anche lei ha abbandonato il Sindaco stanca di assistere alla mancanza di una effettiva collaborazione istituzionale del Comune di Messina; cercavo l’Assessore quanto meno per chiedere conto della mancanza di assistenza da parte del Comune, ma mi è stato detto che anche lui ha preferito l’Università al Comune. Un dubbio, tuttavia, coltivo e ciò mi fa soffrire per la benevolenza che inconsapevolmente provo nei confronti di Accorinti: si rende conto Renato che la vera gestione della macchina comunale è nelle mani di 2/3 Assessori che nel bene e nel male lo condizionano nelle scelte facendolo sembrare, alle volte, come un estraneo a casa sua?

Ho colto, tuttavia, una speranza sul futuro della città. Ho sentito parlare di Piano Pluriennale di Riequilibrio e tutti indicavano nel Vice Sindaco il “Salvatore della Patria”.

Caro Consigliere di Salvatore io conosco solo il nostro Signore Gesù Cristo. Certo se non si dichiarasse il dissesto tutti griderebbero al miracolo. Quando giro per le città italiane sento parlare molto spesso di Corte dei Conti e gli umani la descrivono come un cerbero che facilmente si fa incantare dalle alchimie finanziarie. Io per ciò che posso cercherò nel pacco il dono per evitare il default… ma siamo sicuri che nel presepe che verrà non mi trovo un bambinello con la barba? Io come si sa preferisco l’albero al presepe. L’albero è laico… il presepe e’ democratico e cristiano… ma profanare il presepe con la statuetta del primo cittadino mi sembra una irriverenza quasi al limite della bestemmia.

Caro Consigliere concludo questa mia lettera con una nota di speranza rivolta soprattutto a coloro che hanno ancora a cuore le sorti della città. Non abbandonatevi alla rassegnazione. Messina è una città meravigliosa che merita più di quello che al momento ha. Non guardate ai guasti del passato che vi devono servire da monito per non commettere gli stessi errori.

Indietrononsitorna non mi si addice. Personalmente, vado avanti e indietro… e ritorno sempre… ritorno sempre con cose nuove… ma mi fido di quelle anche non nuove, ma buone.

Quelle solo nuove sono come le scope su cui è bene chiedere alla Befana. Per quanto riguarda il Sindaco il suo futuro è nelle sue mani, perché in caso contrario se le mie sensazioni si avvereranno il prossimo Natale potrebbe riservarvi delle sorprese.”

http://www.telespaziotv.it/babbo-natale-risponde-a-santalco-una-cosa-e-fare-battaglie-civili-criticando-tutti-altra-e-amministrare/