GIUSEPPE SANTALCO premette che chiamare “piano di riequilibrio” questa proposta vuol dire usare parole grosse, perché si tratta di un mero compitino di uno studente di terza media che ha appena raggiunto la sufficienza. La si confronti con il vero piano di riequilibrio che il Consiglio comunale ha approvato nel febbraio scorso, un piano di riequilibrio intellegibile, chiaro, completo dei prospetti che in questo documento mancano; si legga pure la relazione dei revisori dei conti, autorevole ed articolata, al piano votato allora!

Comprende le esigenze dell’Amministrazione, i ritardi degli uffici, il ragioniere generale che richiama, con tanto di protocollo, le note inviategli dai dipartimenti per scaricarsi di responsabilità, ma vi sono troppi dati vacui di contenuto. Il segretario generale ha attestato l’asseverazione dei debiti? Legga la delibera di febbraio, si renderebbe conto di come questo Consiglio chiese l’asseverazione dei debiti dai direttori dell’ATM, di MessinAmbiente, di altre partecipate. Qui non si capisce da dove spuntano i numeri; non si sarebbe aspettato dal ragioniere generale un “compitino da 6”, avrebbe gradito un piano di riequilibrio più articolato: come potrebbe il Consiglio comunale esprimersi sulle modalità, che il precedente piano illustrava bene, con cui vengono spalmati negli anni i debiti?

Avrebbe voluto votare a favore di un piano di riequilibrio serio, effettivo, ma l’Amministrazione non è riuscita ad elaborarlo, ha fatto ricorso semplicemente all’escamotage del comma 573, e non gli consente di esprimere un parere a causa della carente documentazione che accompagna il documento. Già dall’approvazione della legge finanziaria qualcuno prospettava di bocciare il piano ed allo scopo ha tirato fuori quello precedente; poi ha cambiato idea perché l’ha personalmente messo sull’avviso dal chiedere al Consiglio di “bocciare” un piano. E l’Amministrazione ora, furbescamente, non permette a loro di approvare una proposta, non mettendo a disposizione del Consiglio tutti i documenti a corredo. L’Amministrazione sta giocando col fuoco e teme che tra due mesi si ritroveranno in condizioni peggiori, ma non lo augura a questa città!

Peraltro, che fretta c’era di trasferire i dirigenti da un dipartimento all’altro? Si è chiesto il direttore generale come costoro potranno formalizzare le posizioni debitorie di settori che non conoscono? Perché non si è chiuso prima il piano finanziario? Si sta sconquassando la gestione amministrativa dell’Ente; peraltro, che senso ha avuto accorpare all’economato il comparto delle partecipate, che logicamente dovrebbe far parte del settore finanziario?

Sono qui per votare, hanno giurato fedeltà alla città, ma non sono stupidi e con l’astensione che esprimeranno si propongono di manifestare il fatto di non essere nelle condizioni di votare la delibera, come i revisori dei conti non sono stati nelle condizioni di redigere il parere, un che avrebbe voluto leggere. L’Amministrazione cambi registro: qui non c’è un gioco delle parti politico, ma molta preoccupazione, e teme che con questo modo di fare tra due mesi saranno punto e a capo.