GIUSEPPE SANTALCO. Presidente,colleghi,

Lo scorso anno, allorché in quest’Aula e’ stato approvato il Consuntivo 2012 ed il Bilancio Preventivo 2013, mi ero illuso che l’Amministrazione Accorinti potesse dare una svolta alla impostazione finanziaria del Comune.

Ricordate tutti l’atto di grande responsabilità del Consiglio nell’approvare a fine anno i bilanci che dovevano servire a fare chiarezza ed avviare un’attività di risanamento con il coinvolgimento di tutti i Dipartimenti.

Allora mi sono fatti carico di inserire nel Bilancio Consuntivo un emendamento che, sulla scorta dei rilievi del Revisori dei Conti,poneva all’attenzione della Giunta Accorinti tutta una serie di inviti ad eliminare le discrasie contabili ed organizzative segnalare dai Revisori.

Politicamente ho dato fiducia all’Amministrazione a gennaio 2014 allorché bocciando il Piano di Riequilibrio il Consiglio ha consentito alla stessa di avere il tempo di riproporre in tempo utile una via di uscita sostenibile per riannodare i nodi di una sana amministrazione finanziaria.

Abbiamo assistito purtroppo alla presentazione di un piano di riequilibrio che, pur facendosi carico della necessità di una ristrutturazione finanziaria dei debiti dell’Ente, a mio avviso nella parte “entrate” contiene tutta una serie di interventi il cui apporto finanziario sarà tutto da dimostrare provenendo lo stesso soprattutto da quelle società partecipate che negli anni hanno portato il Comune allo stato di pre-dissesto.

L’Amministrazione pur utilizzando la normativa a sua disposizione, ha tuttavia dilatato troppo l’approntamento del piano di riequilibrio di cui a tutt’oggi non si conoscono le sorti atteso che la commissione ministeriale non si è ancora espressa per dare un parere.

In sede di approvazione del piano di riequilibrio la stessa Amministrazione, nei confronti di coloro che richiamando sentenze della Corte dei Conti chiedevano urgentemente di collegare al piano di riequilibrio il conto consuntivo 2013, assicurava l’Aula manifestando che lo stesso sarebbe stato inoltrato nel più breve tempo possibile.

Il film delle vicessitudini del conto consuntivo 2013 è sotto gli occhi di tutti e penso unico caso nella storia finanziaria del Comune, la Giunta ha approvato ben due consuntivi: il primo con delibera della G.C. n. 478 del 21/6/2014, il secondo con la delibera n. 761 del 13/10/2014; straordinari hanno dovuto fare i revisori dei conti che hanno predisposto ben due relazioni: la prima in data 27/8/2014 la seconda in data 5/11/2014.

Purtroppo sono passati 6 mesi e con grave ritardo ed oltre la scadenza viene oggi posto all’attenzione del Consiglio il Conto Consuntivo 2013, dopo aver subito l’onta della nomina del Commissario Straordinario da parte della Regione siciliana che ha imposto alla Giunta e al Consiglio tempi obbligati per l’esame dello strumento contabile.

In questi mesi sia in Commissione che in Consiglio ho monitorato costantemente l’attività amministrativa soprattutto quella rivolta ad una nuova e diversa gestione delle partecipate, sperando in una sana gestione finanziaria e riallineando i conti tra Comune e partecipate .

Di tutto ciò si è riscontrato solo una flebile attività più rivolta alla gestione di parte corrente,che a quella di una effettiva svolta di natura finanziaria.

Ancora ad oggi Atm, Amam e Messinambiente non hanno approvato e condiviso formalmente il bilancio del 2013 con il Comune di Messina, non sono stati portati all’attenzione del Consiglio i Piani Industriali delle partecipate, non sono stati allineati i conti, persiste il notevole contenzioso tra Comune, Messinambiente ed Ato 3.

Messinambiente continua a produrre debiti fuori bilancio come quello con la discarica di Motta Sant’Anastasia che noi avevamo rilevato già nel mese di maggio e che l’Amministrazione ha invece riscontrato solo a seguito di un esame approfondito effettuato dai Revisori, tant’è che nella prima stesura del conto consuntivo non veniva riportato il debito fuori bilancio di euro 872.507,63.

Tant’è che solo l’11 ed il 14 agosto la Ragioneria ha trasmesso ai Revisori lo schema riassuntivo dei debiti fuori bilancio al 31.12.2013 e la copia delle attestazioni dei responsabili dei rispettivi dipartimenti.

Questo conto consuntivo e’ nato sotto una cattiva stella, allorché l’Amministrazione lo ha approvato in Giunta con delibera n.478 del 21.6.2014, senza un allegato fondamentale previsto dal D.L.95/2012 ove si dice che a decorrere dal 2012 i Comuni allegano al rendiconto di gestione una nota informativa contenente la verifica dei crediti/debiti reciproci tra Ente e società partecipate.

Tant’è che lo stesso Segretario Generale nella nota prot. n. 269150 del 17 novembre con oggetto “parere sul procedimento di approvazione del rendiconto di Gestione Esercizio Finanziario 2013” ha dichiarato “con l’espressione del presente parere, si intende, riassorbita la richiesta avanzata a suo tempo dal Consigliere Santalco circa la legittimità della originaria suddivisione in due deliberazioni dei contenuti della prima versione del rendiconto 2013 in quanto sono venuti meno gli elemento di fatto posti a base del quesito di diritto essendo la proposta odierna il prodotto di un unico atto deliberativo della Giunta Comunale”.

Pertanto, il primo Conto Consuntivo e’ stato approvato in Giunta senza tutta una serie di elementi che sono stati predisposti solo un mese e mezzo dopo l’approvazione dello stesso e solo ed esclusivamente su sollecitazione del Collegio dei Revisori.

Per l’Amministrazione a giugno era importante manifestare pubblicamente l’approvazione del Consuntivo con avanzo di amministrazione. Se poi tale consuntivo era del tutto privo di elementi essenziali e carente in tante parti, tanto da indurre il Collegio ad esprimere parere negativo con prescrizioni pesanti, questo ha poco importanza, tanto a questa Amministrazione si perdona tutto.

Ma la logica dei numeri è stringente ed ahimè siamo passati nel secondo consuntivo ad un disavanzo complessivo di amministrazione pari ad euro 2.078.993,40 rispetto al precedente avanzo di amministrazione dichiarato in euro 6.519.234,16. Grazie al lavoro certosino svolto dai Revisori dei Conti con il loro verbale n. 113 del 27 agosto 2014, in cui gli stessi non hanno espresso parere favorevole per l’approvazione del rendiconto, l’Ente è stato invitato ad eliminare ben 6 criticità presenti nello strumento finanziario.

L’Amministrazione conseguentemente ha con la delibera n. 761 del 13 ottobre rimodulato il rendiconto 2013, limitandosi con la stessa non a revocare la precedente delibera, così come richiesto da molti consiglieri, bensì a procedere alla modifica della n. 478 del 21 giugno 2014.

 

Fatto questo del tutto inusuale tant’è che il Signor Segretario Generale è stato costretto a formulare il parere anzicitato espressamente dichiarando “si evidenzia la continuità procedimentale dalla prima deliberazione di G.C. del 21/6/2014 all’attuale proposta di Consiglio, tant’è che la stessa si configura quale modifica di quella precedente e conclusiva sostituzione………..non siamo di fronte a due proposte di deliberazione, intese come due testi recanti argomenti diversi per contenuto, bensì a una sola proposta meramente distinta nelle due versioni susseguitesi nel tempo”.

Il Collegio dei Revisori dei Conti con il verbale n. 152 del 5/11/2014 esprime parere favorevole, attesa l’eliminazione delle criticità a suo tempo contestate, pur rilevando da pagina 86 a pagina 91 della relazione “irregolarità non sanate e rilievi”.

Come si può esprimere in coscienza e responsabilità un voto ad un Conto Consuntivo in cui sono presenti le stesse criticità che ad un anno di distanza non sono state assolutamente eliminate?

E non mi riferisco alle 6 descritte nell’ultima pagina della Relazione dei Revisori, bensì a:

1) Mancato rispetto di almeno la metà dei parametri obiettivo art. 242 del D.L.gs 267/2000; e qui si richiama in particolare la diversa interpretazione data dai Revisori dei Conti al paramento 6 relativo al calcolo dei parametri di riscontro della situazione di deficitarietà strutturale.

Non vogliamo entrare nel merito di quale sia l’interpretazione esatta, viste la difficoltà interpretative delle diverse norme in materia, tuttavia rileviamo una dicotomia su un punto oltremodo importante relativo fra l’altro alla gestione complessiva delle spese del personale che, a rigor di logica nell’ambito di una gestione complessiva dell’Ente devono avere un’interpretazione univoca, perché in sostanza soprattutto per l’azienda speciale quale l’ATM non si può fare alcuna distinzione o estrapolazione.

Esprimiamo grande preoccupazione nel caso in cui la Corte dei Conti dovesse ritenere congrua e sostenibile la tesi del Collegio che automaticamente farebbe diventare l’Ente strutturalmente deficitario.

2)Continuo ricorso all’anticipazione di tesoreria che evidenzia la scarsa propensione dell’Ente a riscuotere i propri crediti.

E, a tal uopo ci viene in mente quanto dichiarato dalla Corte dei Conti sezione delle Autonomie che ha individuato tra le cause principali e ricorrenti che portano un ente al dissesto, fra l’altro, la crisi irreversibile di liquidità con ricorso sistematico ad anticipazioni di tesoreria di notevoli entità.

3)Considerevole valore dei residui attivi per imposte e tasse non incassate.

4)Relativamente alle entrate extratributarie costante scostamento negli anni rispetto a quanto previsto.

5)Scarsa propensione dell’Ente alla riscossione delle sanzioni per violazioni del codice della strada. La percentuale di recupero annuo delle somme a residuo è attestata con costanza al 10% circa.

6)In relazione alla riscossione dei residui attivi relativi ai proventi dell’Ente, emerge una chiara difficoltà a riscuotere quanto accertato.

7)Non si è’ verificata la conciliazione dei debiti e crediti alla data del 31.12.2013 nei confronti delle società partecipate per mancanza dei bilanci delle società partecipate a tale data.

L’evidente e perdurante disallineamento fra i valori emergenti dalla contabilità dell’Ente e quelli rilevabili dai bilanci delle società, palesa la cronica incapacità a porre in essere le imperative prescrizioni normative in materia di controllo delle società partecipate.

In particolare si richiama il contenuto della deliberazione n. 201/2014/GEST della Corte dei Conti sezione di controllo della Regione siciliana che a proposito del Comune di Messina a pagina 11 testualmente dichiara “allo stato non appare certamente soddisfacente il sistema di governance e di controlli sugli organismi partecipati che non risulta adeguato alle prescrizioni imposte in particolare dall’art. 147 quater del TUEL. Si evidenzia la mancanza di acquisizione di report contabili infrannuali così come appare ancora in fase di organizzazione l’attività di monitoraggio su partecipate al fine di assicurare il rispetto di tutte le prescrizioni normative ed il necessario indirizzo a favore dei rappresentati degli enti in seno ai predetti organismi”.

8) Servizi a domanda individuale il collegio ha fatto rilevare il mancato rispetto della percentuale del 50 % di copertura del servizio asili-nido.

9) Rapporti con le società partecipate il collegio dei Revisopri dichiara: permangono ad oggi le criticità connesse alla mancanza di contratti per l’affidamento dei servizi rispetto alla definizione dei quali, il Collegio evidenzia le gravi responsabilità dell’Ente e degli amministratori delle stesse società partecipate. Ancora una volta il Collegio ritiene di dover stigmatizzare i gravi ritardi dell’approvazione dei bilanci consuntivi delle società partecipate, criticità che non consente di monitorare e pianificare con puntualità i servizi svolti dalle medesime società.

10) Piano triennale di contenimento delle spese l’Ente non ha adottato, ai sensi dell’art. 2, commi da 594 a 599 della Legge 244/07, il piano triennale per individuare le misure finalizzate alla razionalizzazione dell’utilizzo dei propri beni.

Da ultimo si richiamano le delibere n. 58 del 14/4/2014 e 186 del 9/10/2014 della Corte dei Conti Regione siciliana che hanno evidenziato tutta una serie di criticità.

Infine, non posso non evidenziare un condizionamento subliminale che merita di non essere sottaciuto.

Il profilo, il ruolo, la responsabilità del consigliere comunale rischia di essere ridisegnata diciamo per diritto vivente.

La legge ci annovera tra gli “amministratori”. Tuttavia, il Consiglio Comunale resta pur sempre organo politico di indirizzo e di vigilanza rispetto all’attività della c.d. Amministrazione attiva (Sindaco e Giunta).

Mi sono formato avendo impressi almeno tre dogmi in materia di bilancio: 1) sul bilancio, maggioranza e opposizione dialogano; anche quando la distanza e’ abissale le forze politiche mature almeno assicurano il numero legale per consentire – a chi governa – l’adozione dello strumento finanziario; 2) il giudizio sul bilancio e’ innanzitutto una valutazione sulle scelte dell’Amministrazione; chi ha la delega al bilancio non è un ragioniere generale aggiunto; non è un capo area dei dipartimenti finanziari e contabili dell’Ente; e’ il soggetto chiamato, con la redistribuzione delle risorse e con la previsione-prescrizione delle entrate a connotare la filosofia di una esperienza gestionale in coerenza di valori, priorità, opzioni prospettate alla comunità.

 

Il consigliere comunale, per converso, valuta il quadro prospettato dall’organo esecutivo, senza apriorismi ma sulla base di dati contabili e di quanto evidenziato in tutta la relazione da parte dei Revisori dei Conti, e ne apprezza il contenuto quanto più improntato alla trasparenza di obiettivi, itinerari, risultanze; 3) sia in maggioranza che in opposizione, sia in Giunta che in Consiglio, precondizione di serenità e libertà nel giudizio e’ la previa verifica che i pareri legali e contabili in linea tecnica e amministrativa sussistano e siano positivi. Questi tre assunti che restano fermi nel mio intelletto … invece non accompagnano il mio stato d’animo se aliunde, in altri palazzi, si forma un convincimento di altra direzione da imprimere al corso (al percorso) dell’Ente e questo convincimento diventa così co-stringente da postulare un serio ed approfondito esame degli strumenti finanziari predisposti. A me non sfugge, fotograficamente, che nello stesso giorno in cui venivano diramati 74 avvisi di garanzia (e se ne dava risalto mediatico) il prof. Signorino rilasciava interviste per magnificare l’operato della Amministrazione guidata dal prof. Accorinti che poteva ascrivere risultati economicamente e finanziariamente positivi (addirittura segnalando attività per milioni di euro) … al lordo di debiti fuori bilancio.

La prudenza per chi amministra non è mai troppa!

In questi ultimi mesi in occasione della presentazione di tutta una serie di atti volti al riequilibrio finanziario dell’Ente ho espresso più volte perplessità, dubbi su come l’Amministrazione attiva stava affrontando questioni cruciali per mantenere l’equilibrio finanziario dell’Ente. La vicenda del conto consuntivo, l’adozione del piano di riequilibrio mi inducono a non condividere l’attuale attività posta in essere dall’Amministraszione, e ciò non per fatti di natura politica, per apriorismi o prese di posizione, bensì per il permanere di gravi criticità che, pur segnalate più volte dal sottoscritto nel precedente consuntivo, dalla Corte dei Conti e dal Collegio dei Revisori continuano a permanere inalterate senza che l’Amministrazione Accorinti da un anno e mezzo dal suo insediamento li abbia affrontati in maniera risolutiva e radicale.

Tutto ciò si ribadisce a una valenza meramente tecnica e trae origine dal contenuto della relazione dei Revisori dei Conti che va letta, pertanto, non solo nell’ultima pagina ma nella sua intera articolazione.

Per questi motivi esprimo la mia astensione di natura tecnica sull’approvazione schema rendiconto della gestione esercizio e relazione tecnica finanziaria esercizio 2013.