GIUSEPPE SANTALCO ricorda di aver già posto richieste precise e puntuali, non ultima l’interrogazione presentata lo scorso 11 giugno riguardo l’articolo 22 comma 2 del decreto legislativo n. 33 del 2013 e vi sono anche delle sanzioni da applicare. All’ingegnere Pagano è stato inviato anche il verbale della seduta della quinta commissione nel corso della quale ha personalmente formulato altri quesiti, ma ancora non ha ricevuto alcuna risposta. Lo invita a rispondere nei tempi previsti dalla legge, perché come consigliere comunale ha l’obbligo di tutelarsi rispetto ad una possibile responsabilità.

Osserva poi che, come sempre, i dirigenti fanno relazioni ma i problemi rimangono ed in realtà ci si trova di fronte ad un problema politico, perché questa Amministrazione non sa gestire una materia così complessa. Ha fatto un investimento costoso sul direttore generale che, però, ancora non riesce ad avere una visione complessiva della situazione dell’Ente.

Chiede all’ingegnere Pagano se MessinAmbiente si possa ancora ritenere in liquidazione dopo l’attività posta in essere dall’attuale Commissario e se i contratti sottoscritti dai CO.CO.PRO. potevano essere fatti, se la società è davvero in liquidazione. Lo invita anche a rispondere ai cinque punti presenti nel verbale della seduta di commissione che gli è stato notificato. Personalmente sta costituendo un fascicolo apposito, acquisendo tutta la documentazione perché come consigliere comunale deve tutelarsi.

Il fatto politico grave è che ancora non si è in grado di produrre una relazione alla Corte dei conti, ed è anche grave che il dirigente alle partecipate pare non sia stato invitato ad alcuni incontri importanti organizzati dall’assessore proprio sulle società partecipate. Si deve sapere se l’Amministrazione ha svolto compiti di gestione che non sono di sua pertinenza perché, come si sa bene, l’assessore deve porre in essere solo atti di indirizzo e controllo mentre la gestione spetta al dirigente.

Manca poi totalmente un coordinamento tra i dirigenti che devono occuparsi di questo settore e la verità è che si è ormai al baratro, perché da gennaio 2014 in poi agli atti non si rileva alcunché in base alle lettere prodotte. Il direttore generale deve dire se ha richiamato i dirigenti che non danno risposte e se ha comminato le sanzioni.

Però la culpa in vigilando è anche dell’ingegnere Pagano che non può limitarsi a scrivere, dopo un mese deve anche controllare che la sua lettera dispositiva abbia avuto una risposta e dovrebbe anche partecipare alle riunioni dei consigli di amministrazione ed invece tutto viene gestito dal Sindaco e dall’assessore, in particolare per quanto riguarda le nomine, i contratti e gli emolumenti. Chiede all’ingegnere Pagano se sia stato interpellato in merito e se ritenga che gli amministratori si stiano comportando come se MessinAmbiente fosse in liquidazione.

Se lo ritiene avalla il loro operato, se invece ritiene che non sia così allora predisponga atti conclusivi e li porti all’attenzione della commissione. Qui si entra nella tipicità del controllo che l’ingegnere Pagano è tenuto ad effettuare e questo riguarda anche l’ATM, per la quale ha personalmente cercato di ricostruire la delibera n. 11/C ma vi è un vero e proprio “guazzabuglio”. Si deve sapere se questa sia ancora un’azienda speciale in bonis oppure in liquidazione.