GIUSEPPE SANTALCO, comunicato che interverranno il sottoscritto e successivamente il vicecapogruppo Cardile nell’ambito dei 20 minuti assegnati, porge il benvenuto al Sindaco e ai componenti della Giunta oggi presenti.
L’incontro odierno cade a metà del percorso amministrativo della Giunta, segna il giro di boa di un’Amministrazione che, partita con il vento in poppa, ora arranca e ritrovandosi a corto di ossigeno, ha avuto necessita di rigenerarsi in un ritiro che di spirituale ha ben poco, in quanto funzionale semmai a capire cosa abbia determinato le continue criticità di una Giunta, che via via per strada ha perso prima i propri supporters e poi gli assessori che sin dall’inizio avevano supportato il “sogno accorintiano”. Non gli interessano politicamente i “pinellini” o le derive anarchiche di gruppi che a stento il Sindaco riesce a dimenticare rispetto al ruolo istituzionale ricoperto.
Ritengono invece che essendo venuta meno la fiducia della città nei confronti del Sindaco, il Consiglio comunale debba farsi carico di rappresentare i motivi in base ai quali sin qui il Sindaco non è riuscito a far uscire la città dal guado in cui si trovava!
È mancata la politica intesa come democrazia e capacità di relazionarsi con il Consiglio e con l’intera città, rappresentata dalle forze sociali, sindacali, imprenditoriali; con la Giunta tecnocratica sono stati traditi non solo coloro che avevano sperato in un taglio con il passato, e qui il riferimento è all’allontanamento dal movimento di alcuni consiglieri comunali, di esperti e di amici che dall’inizio avevano seguito il Sindaco, ma è stata tradita anche la città che non ha visto un miglioramento nella sua quotidianità nei settori più delicati dell’igiene cittadina, dell’arredo urbano, della cultura, dei servizi sociali e dello sport!
Il fallimento della Giunta è enucleabile esaminando i vari settori. Le politiche sociali dovevano essere il cavallo di battaglia e invece hanno rappresentato la Waterloo del Sindaco e dell’Amministrazione; si son persi i finanziamenti PAC; non sono stati avviati i “cantieri di servizio”; non è stato rivoluzionato il settore delle politiche sociali; non è stato avviato il piano di zona del distretto D26; è stata condotta in maniera dilettantistica l’emergenza migranti; sempre in affanno è stata condotta la gestione dei servizi storici!
Infine, fatto politicamente peggiore, le dimissioni dell’assessore Mantineo che, tra gli artefici del nuovo corso, ha sbattuto la porta sentendosi abbandonando!
Settore risanamento: non hanno riscontrato effettivi passi in avanti; le poche risorse arrivate risultano congelate per la scelta della Giunta di privilegiare il nuovo corso dell’acquisto di appartamenti invece di nuove costruzioni. In questo momento è tutto bloccato, con indagini in corso e nessun appartamento acquistato; il risanamento di Fondo Fucile langue, senza che sia stato attuato alcun censimento sugli effettivi bisogni. I rapporti con l’Istituto Autonomo Case Popolari sono stati conflittuali più che propositivi. Alla fine, sono state impegnate solo le somme stanziate dall’ex assessore Bartolotta relativamente a “Casa Nostra”!
Fallimenti si sono registrati su tutti i fronti, dimostrando l’incapacità gestionale di sbloccare i cantieri edili a Bisconte e Camaro: tante volte il sottoscritto ha inutilmente chiesto un tavolo tecnico; nel settore urbanistica solo propaganda, perché sino ad oggi non c’è traccia né della variante di salvaguardia né del fantomatico PICO! L’assessore da oltre sei mesi preannuncia proposte relative al piano regolatore generale, rimasto ancora chiuso in un cassetto! Si attende forse il vate professore Gasparrini, la cui nomina è però sotto osservazione!
Il Sindaco rappresenta la Giunta e deve rispondere, non gli assessori!
L’unica delibera produttiva è stata quella fortemente voluta dal Consiglio, e qui ringrazia il consigliere Cardile, sulla riduzione degli oneri concessori: in due anni solo poche delibere su piani di lottizzazione! Si tratterà di un lavoro oscuramente condotto, di cui però non vedono i risultati!
Settore lavori pubblici: gli unici interventi sono quelli fortemente voluti dal Consiglio, che l’anno passato ha finanziato i lavori di potatura, asfalto delle vie cittadine e sistemazione dei dossi lungo la circonvallazione. Il resto è ancora tutto in fase di progettazione, come la via Don Blasco, e i lavori in corso derivano da finanziamenti delle precedenti Amministrazioni, come l’allungamento della pista ciclabile!
Anche le precedenti Amministrazioni pensavano alla vivibilità cittadina! È stata realizzata la pista ciclabile in città, fatto di civiltà ma cattedrale nel deserto: il Sindaco non va più in bicicletta per cui i messinesi non possono più seguirlo!
È stato completamente abbandonato il settore patrimonio, gestito prioritariamente dall’assessore Signorino, poi dall’assessore Cucinotta, quindi dall’assessore Pino, che non riesce nemmeno a predisporre una delibera sulla Cosap dopo aver fatto ridere l’intera città quando l’IACP fu costretto a riprendersi i faldoni e i fascicoli relativi agli immobili trasferiti al Comune! Non si dà certezza ai legittimi proprietari e non si sa quanti sono gli immobili!
Settore igiene cittadina: qui “sparano sulla croce rossa”! Corsi e ricorsi storici: da dispensatore di carbone e caramelle, l’assessore Ialacqua è diventato l’artefice della disfatta dell’igiene cittadina, perché Messina mai era stata così sporca ed al limite di rischio sanitario, con gli ambientalisti che hanno abbandonato Ialacqua per l’impianto di Pace.
Come mostrato dalle decine di foto di ogni giorno, il fallimento dell’assessore Ialacqua è conclamato nei fatti! Il loro pupillo Ciacci non ha fatto compiere il salto di qualità: ci si informi su dove sono depositati i cassonetti acquistati e mai messi su strada! Ciacci, dopo aver lucrato, insieme all’altro esperto, lauti guadagni, visto che la casa bruciava è andato via lasciando il cerino in mano a Calabrò, immolato sull’altare di MessinAmbiente! Le carte parlano chiaro!
Impossibilitati a quantificare il costo del servizio, stanno tentando tutte le strade, con il passaggio del servizio prima all’AMAM e poi alla Multiservizi! Il sottoscritto non segue questa follia della gestione dei servizi pubblici delle società partecipate. Riconosce grande professionalità al dottore Le Donne, ma forse la strada indicata non è quella più giusta.
Qualcuno prima o poi dovrà pagare i guasti prodotti con il rischio di far saltare tutto il sistema che tiene sul filo AMAM e ATM, società che invece si vogliono appesantire!
Non hanno avuto il coraggio, a causa dell’ideologia propria dell’assessore Ialacqua, di modificare il sistema e ricapitalizzare le società con capitali che solo i privati potrebbero conferire: senza una società mista, il settore della raccolta e smaltimento dei rifiuti non decollerà mai; senza soldi non si arriva da nessuna parte e non ci si illuda sui nuovi contratti di servizio di cui ancora non vi è traccia! Non potranno risolvere i problemi! Per questo l’assessore Ialacqua dovrebbe dimettersi, oltre che per il recente suo modo di operare con cui ha calpestato ruolo e funzioni della Polizia municipale, cui è stato dato solo un riconoscimento di facciata!
Non sa se il Sindaco abbia deliberato di costituirsi parte civile come fatto in altri casi, perché altrimenti rischierà di utilizzare due pesi e due misure! Non sa se il Consiglio prima o poi sfiducerà il Sindaco, che con superbia quasi lo istiga a farlo! Il Sindaco non può però limitarsi a dire: “Non me ne vado”. “Se volete”, da leggersi però come un “se potete”, “sfiduciatemi”! Ci si dimentica che l’eventuale sfiducia la chiedono i cittadini, la società civile, le famiglie, le forze sane della città che non vedono in Accorinti il Sindaco capace di fare uscire la città dal limbo, una città senza lavoro, senza fiducia in se stessa e prospettive di sviluppo, senza identità! Anche le forze politiche che avevano dato credito a un’attività di risanamento finanziario della città, sono oggi consapevoli non solo che ciò non basta ma che non è stato realizzato un tale risanamento! La poca capacità di incidere a livello nazionale e regionale si misura dai ritardi con cui lo Stato, Presidente del Consiglio e della Regione rispondono ai desiderata del Sindaco! La commissione ministeriale da oltre sei mesi tiene congelato il piano di riequilibrio; non vi è certezza sui finanziamenti relativi al secondo approdo; sui poteri speciali si cercano soluzioni che vanno oltre il Comune; sull’Autorità portuale non si riesce a ottenere il riconoscimento della tipicità e del carattere particolare dell’area integrata dello Stretto, mentre la Calabria fa i fatti! Il presidente della Regione Siciliana fa solo promesse e il Sindaco ha paura di diventare Sindaco della città metropolitana e fa venir meno il ruolo di città capoluogo, mortificando Messina per la palese incapacità di relazionarsi agli altri Sindaci!
Il Sindaco pensa di essere ormai accerchiato e si sente incompreso, e questa mattina ha dato la sensazione di chi si stupisse improvvisamente, come se non sapesse tutto quello che succede in città.
Si aspettava un intervento di più alto respiro dal Sindaco, un Sindaco “accerchiato” dalle Istituzioni che ha snobbato, dagli amici che l’hanno abbandonato e dalla stessa città che ha riposto fiducia in lui. Forse non se ne rende conto, ma la città è allo stremo ed egli sta vanificando quello che di buono pochi assessori riescono a fare nel campo dei trasporti, del risparmio energetico e dei mercati. È la città, non il Consiglio, che gli chiede di andar via! Certo, ci hanno tentato, ma non ci stanno riuscendo!
E si faccia dire, il Sindaco, quante proposte di delibere tornano alla Giunta perché incomplete. La macchina amministrativa non funziona, ma questa è una città di 250 mila abitanti, non un piccolo Comune.
Riassume la presidenza il presidente Emilia Barrile.
Il Sindaco non ha quaranta consiglieri, è la città ad averli; e ciò che hanno votato è stato sempre per responsabilità e senso del dovere. È l’Amministrazione che rallenta piuttosto, ad esempio, l’approvazione degli strumenti finanziari: si parli un po’ meno e si eviti di dire, come ha fatto l’assessore Signorini ad inizio d’anno, che si sarebbero approvati i bilanci per tempo.
Il Sindaco faccia un esame di coscienza: è in grado di far ripartire Messina, di risanarla finanziariamente? O vorrà lasciare in eredità altre macerie, tra cui la dissacrazione delle Istituzioni per invettive populiste, scritte anonime e derive anarcoidi? Faccia un serio esame di coscienza per rimettere il mandato e ridare la parola ai cittadini.

GIUSEPPE SANTALCO desidera sapere se il Sindaco e l’assessore Ialacqua rinunciano formalmente a fare la replica.

GIUSEPPE SANTALCO crede che quanto si è detto abbia un senso politico ed in conferenza dei capigruppo si era stabilito di fare intervenire il Sindaco e l’assessore Ialacqua perché erano state chieste le loro dimissioni. Lunedì prossimo avrebbero potuto intervenire anche gli altri assessori, ma ora pare che non sia possibile.
Invita comunque il Sindaco a riflettere intanto sul fatto che tutto il Consiglio ha chiesto le dimissioni dell’assessore Ialacqua per il fallimento totale della politica sui rifiuti. Si attende una risposta ufficiale e non superficiale da parte del Sindaco, che ha una responsabilità solidale rispetto agli assessori e non può limitarsi a dire che dà gli atti di indirizzo alla Giunta.
Per la questione della tenda la responsabilità ce l’ha l’assessore Signorino che in quei giorni era assente perché, se fosse stato presente, avrebbe evitato i contrasti interni ed avrebbe “tenuto per la giacca” l’assessore Ialacqua per non farlo andare alla manifestazione. Il Sindaco a questo punto deve replicare, stabilisca lui quando farlo.