GIUSEPPE SANTALCO, assente purtroppo in commissione quando il dottore Cannizzaro è intervenuto, e conseguentemente dispiaciuto per non aver potuto ascoltare ed apprezzare le spiegazioni tecniche fornite da un competente nella materia, fa presente che le regole del Consiglio sono però ferree e qualunque intervento del consulente sarebbe privo di efficacia nei riguardi dei consiglieri. L’unico abilitato a dare un supporto tecnico è il ragioniere generale, oltre al presidente del collegio dei revisori.

L’esperto, oltretutto esperto gratuito dell’Amministrazione, potrebbe influenzare in un senso o nell’altro il Consiglio, con interventi inevitabilmente non accompagnati da quella responsabilità strettamente dipendente dalla sussistenza di un rapporto organico ed istituzionale con l’Amministrazione. Ritiene quindi che nel caso specifico il dottore Cannizzaro non possa intervenire, avendo la possibilità di relazionarsi solo con l’Amministrazione, e lo ringrazia per questo perché di certo ha reso più “leggibile” la delibera in discussione.

Il Consiglio comunale ha però delle regole precise: le risposte del consulente potrebbero determinare la scelta di voto, in un senso o nell’altro, con tutte le conseguenze che ciò comporterebbe in termini di responsabilità.

Qualunque cosa l’esperto possa dire, non sarebbe supportata da alcuna responsabilità, non avendo titolo ad intervenire da un punto di vista formale.

Ribadisce pertanto che l’unico intervento formale può essere quello del ragioniere generale, del segretario generale, del presidente del collegio dei revisori, dell’assessore. Essendo oltretutto, il dottore Cannizzaro, intervenuto in commissione, non vi è motivo perché intervenga in Consiglio.

GIUSEPPE SANTALCO sottolinea, a titolo personale, che l’impostazione finanziaria che sin qui l’Amministrazione Accorinti ha dato alle vicende del Comune di Messina è piuttosto pressappochista e non idonea ad affrontare i veri nodi finanziari e le vere emergenze. Per questo, si è astenuto sul piano di riequilibrio, reputandolo una bolla, in quanto gonfiato in tante cifre.

Indubbiamente, l’Amministrazione ha grossissime difficoltà a chiudere il bilancio di previsione per fatti nazionali, per la richiesta di restituzione dei 14 milioni di euro da parte del Ministero dell’Interno, e cerca di fare salti mortali, rivolgendosi pure alla finanza creativa. Non vorrebbe però che fra qualche anno i futuri colleghi rimprovereranno loro queste scelte, costretti a portare alla Procura le carte per danno erariale.

Qui si è in presenza di una delibera che dal punto di vista dell’Amministrazione può avere un senso, laddove essa individua nella rinegoziazione dei mutui una soluzione per fare cassa, guardando all’immediato e fregandosene di quello che succederà tra dieci, quindici anni perché quel che serve oggi è chiudere il bilancio 2014.

Ma questa non è la strada giusta per trovare le risorse anche perché, leggendo il prospetto, si può vedere che solo per i primi sei mutui si ha un beneficio a livello di tasso. Per tutti gli altri, i tassi applicati sono maggiori di quelli attuali.

Ed allora, due milioni di utili non sembrano una cifra tale da giustificare un’ipoteca sui bilanci comunali dei prossimi decenni ed è molto preoccupato anche dal giudizio della Corte dei conti che sicuramente ragiona nell’interesse della cittadinanza e dell’Ente Comune. In più, c’è un passo della circolare che desta preoccupazione, laddove la Cassa Depositi e Prestiti si riserva di non quotare alcune scadenze e di modificare talune condizioni ed opzioni offerte per la rinegoziazione, in relazione all’andamento dei mercati monetari e finanziari durante il periodo di adesione.

Si tratta quindi di una norma di salvaguardia rispetto a quello che può succedere nei mercati e si domanda se il ragioniere generale ed il presidente dei revisori dei conti abbiano avuto modo di riflettere e monitorare questa clausola che dà senz’altro qualche preoccupazione; per parte sua, la considera una riserva di revisione di tasso.

È un argomento che fa “tremare le vene”, a chi si occupa di finanza, per il rischio correlato all’andamento dei tassi e spera che chi ha espresso il parere favorevole l’abbia valutato con attenzione.

Per tutto quanto detto, si asterrà sulla delibera in oggetto. Un’astensione politica, anche, perché non consente che con il suo voto l’Amministrazione, che non ha chiarito quali investimenti farà o quali mutui estinguerà, possa utilizzare le economie per spese in conto corrente facendole entrare nelle “alchimie” del bilancio. Ed il fatto che il bilancio di previsione non sia stato finora proposto gli fa pensare che la premura dell’Amministrazione risponda proprio all’esigenza di “giostrare” il bilancio. Non vuole che con il suo voto i futuri consiglieri di questo Comune possano addebitare loro delle responsabilità; e se è vero che si sta rispettando l’articolo 204, primo comma, del TUEL chi li rassicura che negli anni futuri quel parametro continuerà ad essere rispettato? Non lo può garantire neanche il ragioniere generale, ma la circolare lo richiama e la norma varrà anche per il futuro.

Se nei prossimi anni si avrà lo sforamento dell’articolo 204 le future Amministrazioni non potranno sottoscrivere mutui: si sta giocando con il futuro della città solo per ottenere liquidità per un paio di anni.

Ribadisce il suo voto di astensione, non è contrario solo per rispetto nei confronti del ragioniere generale e dei revisori dei conti, per motivi politici e per perplessità tecniche che gli derivano dalla mancanza di risposte alle problematiche poste dalla Cassa Depositi e Prestiti.