GIUSEPPE SANTALCO rileva come la questione, come sa il vicesegretario generale, sia stata già affrontata in sede di conferenza dei capigruppo, dove erano già emerse difficoltà interpretative, in quanto da parte di alcuni si riteneva che la cosa migliore potesse essere il ritiro del bando!

Rispetta comunque l’interpretazione fornita dal dottore Bruno, ritenendo però che andrebbe fatta una ricostruzione logico-giuridica per pervenire ad una conclusione!

La circolare della Regione dà una sollecitazione e dice di valutare la possibilità di revocare gli atti, per cui possono già disporre di un appiglio normativo; una seconda questione attiene al fatto che chiaramente la Regione ha preso un abbaglio, allorché, con la prima legge, ha dato delle direttive, permettendo a tutti i revisori d’Italia di partecipare a tali bandi.

Ebbene, la circolare attuativa del Ministero della Funzione pubblica del 2012, che fornisce le direttive sul modo in cui attuare la nuova normativa sull’elezione diretta, al secondo capoverso dice: “… Dopo l’entrata in vigore del citato decreto che ha istituito la nuova formula, ed una volta esauriti i necessari adempimenti preliminari ed attuativi, i revisori sono scelti mediante estrazione da un elenco nel quale possono essere inseriti a richiesta i soggetti iscritti, a livello regionale, nel registro dei revisori legali, nonché gli iscritti all’ordine”. È quindi chiara la volontà della legge, essendosi fatto riferimento ad una circolare attuativa chiamata a dare direttive ed emanata dal Ministero dell’Interno, dalla Funzione pubblica. È questo il secondo appiglio normativo che lo convince del fatto che devono procedere all’estrazione solo con riguardo ai revisori dei conti residenti in Sicilia!

È stato poi richiamato l’aspetto della salvaguardia degli atti. Richiama a questo punto un altro principio di carattere generale costituzionale, il risparmio della spesa! Se dovessero lasciare le cose così come sono e a sorte dovesse essere nominato uno dei cinque che risiedono ad Avellino, Roma, o da qualche altra parte fuori dalla Regione Siciliana, non si potrebbe prescindere da un’altra circolare del Ministero che dice che in capo all‟ente sussiste l’obbligo non solo in riferimento alle spese di viaggio ma anche alle spese di vitto e alloggio, ove lo si ritenga necessario.

Si pensi allora al caso di un revisore che viene da Roma e deve fermarsi a Messina per alcuni giorni. L’Amministrazione sarebbe comunque investita di un obbligo giuridico.

Bisogna pertanto tenere in conto l‟aspetto della spesa e vorrebbe inserire nel ragionamento generale il tema del risparmio. I consiglieri comunali non sono tenuti ad avere competenze giuridiche, e dovendo scegliere preferirebbe il male minore: revocare in autotutele il bando, per sopravvenute nuove disposizioni normative, per emanarne uno nuovo rivolto solamente ai residenti in Sicilia.

Il segretario generale, però, dovrebbe guidarli indicando la soluzione più opportuna per la pubblica amministrazione, perché non si può lasciare ai consiglieri la scelta di votare o meno la proposta di deliberazione. Fa appello alla sua responsabilità di “massimo ufficiale di Governo” a che dia suggerimenti operativi; in ogni caso, il suo gruppo propende a limitare la nomina ai residenti in Sicilia.

 

GIUSEPPE SANTALCO, premesso che la fretta è sempre un elemento di grande preoccupazione quando si affrontano questioni amministrative, ricorda che nella Pubblica amministrazione bisogna guardare sempre alle potenzialità se si investono delle somme e quindi si deve prestare particolare attenzione a questa delibera.

Dopo due, tre anni il consorzio “Tindari–Nebrodi” ha finalmente ottenuto a livello ministeriale il crisma di distretto turistico e questo consente ai Comuni aderenti di potere partecipare ai bandi con fondi POR, che quanto prima saranno pubblicati. Certamente questi anni sono serviti a dare formalizzazione e consistenza al consorzio e dice questo perché conosce bene il presidente, dottore Armando Lopez, ex consigliere provinciale, ma ha la sensazione che il Comune di Messina non si sia sentito mai parte attiva in questo organismo.

A questo punto propone alla dottoressa Carrara di contattare telefonicamente il presidente del consorzio, chiedendo 10 giorni di tempo per approfondire meglio la questione ed eventualmente sentirlo anche in commissione. Osserva che si potrebbe configurare anche un danno erariale se in questi tre anni l‟Amministrazione ha versato quella quota al consorzio senza avere ottenuto benefici istituzionali ma, in ogni caso, è giusto che prima di un eventuale recesso la dottoressa Carrara senta telefonicamente il presidente.