OPERE PUBBLICHE E FINANZIAMENTI

Prima uscita pubblica post elettorale per l’ex candidato sindaco del centro-sinistra, che denuncia un certo immobilismo dell’esecutivo di Palazzo Zanca sulle progettazioni che interessano il Comune, bacchetta l’amministrazione sulla delibera Ato e sul Risanamento, ironizza sul Pedibus e lancia un avvertimento al futuro segretario comunale Le Donne

Dopo circa 90 giorni dal ballottaggio del 24 giugno, che ha consegnato il Comune e la città  nelle mani di Renato Accorinti e della sua giunta, è tornato  ufficialmente nella agone politico  lo sfidante dell’attuale  sindaco   in quel secondo turno elettorale , Felice Calabrò. La conferenza stampa indetta dal partito democratico nella Sala Coniglio di Palazzo Zanca su “opere pubbliche, stato della programmazione esistente, investimenti pubblico/privato”  è stata introdotta  dal capogruppo consiliare del d Paolo David, ma poi la scena è stata tutta o quasi per Calabrò, le cui parole sono state ascoltate “in diretta” anche dal capogruppo dell’Udc Mario Rizzo e dagli ex consiglieri comunali del Pdl Peppe Chiarella(candidato poi nel centro-sinistra) e Salvatore Ticonosco.    .

Affiancato oltre che da David anche dal capogruppo di “Felice per Messina”, Giuseppe Santalco, dai consiglieri Claudio Cardile e Benedetto Vaccarino e via via nel corso dell’incontro  dalla presidente del Consiglio comunaleEmilia Barrile e dalla consigliera Antonella Russo,   l’ex coordinatore dei gruppi consiliari del partito democratico ha subito precisato: «Questa conferenza stampa ,convocata a circa 90 giorni dall’inizio di questa nuova amministrazione, non vuole essere una conferenza stampa  di critica, che spesso noi del Pd  abbiamo fatto in maniera costruttiva in quest’Aula, ma una conferenza stampa di pungolo».

Calabrò, dunque, è entrato subito nel merito delle questioni denunciando, di fatto, l’immobilismo dell’attuale esecutivo di Palazzo Zanca in merito alle progettazioni  in stand-by che  interessano il Comune ed ai relativi finanziamenti , che rischiano di andare persi, anzi che  in alcuni casi sono già andati persi.« Con decreto del 13 Luglio 2013 – ha spiegato Calabrò –   il dirigente generale dell’Assessorato alle Infrastrutture  ci ha comunicato di dover revocare  il finanziamento di 20,5 milioni di euro per la mancata realizzazione dei parcheggi Ex Gazometro, Gazzi Nord, La Farina, Torre Faro, Tirone  e Zaera Nord. Non sto attribuendo le colpe a questa amministrazione, ma questa amministrazione – ha sottolineato l’esponente del Pd –  deve dirci cosa vuole fare sulla progettazione esistente, per la quale sono impegnate  somme destinate al Comune di Messina e quindi alla nostra città».

Tra la progettazione sospesa rientra anche  la  Stu Tirone, su cui Calabrò si è voluto soffermare : « Ci piacerebbe sapere cosa intende fare l’amministrazione  della società di trasformazione  urbana e degli investimenti per 60-70 milioni. Ci dovrebbero spiegare se la vogliono o non la vogliono  fare e soprattutto come eventualmente farla, ricordandosi che l’organo preposto a decidere è il Consiglio comunale, non bastano le determine.  Noi siamo sempre stati critici su alcuni progetti specifici della Stu, siamo contrari alla  cementificazione e  ma non possiamo permetterci di perdere i finanziamenti del Contratto di Servizio, scesi da 8,5 a 6 milioni di euro, che consentirebbero di avviare la riqualificazione di quelle zone, altrimenti impossibile senza soldi a disposizione . Alla Regione non è sembrato vero di poter sottrarre i finanziamenti  al nostro Comune per darli ad altri. La giunta deve entrare nel merito  e spiegare la sua posizione  sulla Stu,  non limitarsi ad un “no” a prescindere,  di cui non ce  ne frega niente».

Al di là del caso Stu,  «questa amministrazione  deve dare indicazioni sul modello di sviluppo della città » ha precisato Calabrò, che ha aperto  ufficialmente all’amministrazione Accorinti ma ha  puntualizzato : Siamo impegnati per la città e, se presenterà proposte valide,  avrà il sostegno critico ed attento dei 13 consiglieri comunali Pd, altrimenti subirà una critica aspra».

Le prime critiche,  in realtà, sono già arrivate nell’incontro odierno:  in particolare sulla famosa delibera di rientro dal debito con l’Ato e sul Risanamento, e non  è mancata anche una battuta sul pedibus. « La delibera Ato – ha detto Calabrò – è stata modificata tre volte e poi ritirata; è stato convocato il Consiglio Comunale d’urgenza   il 14 agosto, col rischio che si tornasse in Aula a Ferragosto,  ed ancora non abbiamo visto la nuova versione. Ho dato una mano anch’io, mi sono venuti a cercare sino in spiaggia (il riferimento è ai consiglieri del Pd,  ndr)  e non hanno ancora capito che la cosa fondamentale di questa delibera non è la transazione tra Comune ed Ato, ma tra Ato e Messinambiente» . A proposito del pedibus, Calabrò ha ironizzato: «Io abito a Zafferia e mio figlio va all’Istituto  “Spirito Santo”, con tutta la buona volontà credo non possa arrivare a piedi dall’altra parte della città e neanche a nuoto, nonostante  gli piaccia la piscina. Forse, sarebbe più opportuno parlare  Atm, con proposte concrete…»

Sul capitolo Risanamento, Calabrò ha passato la parola al consigliere  Santalco,  non prima però di  elogiare pubblicamente l’attività svolta dall’assessore regionale ai trasporti, il messinese Nino Bartolotta, che- secondo l’ex candidato sindaco –   su questo, come su altri fronti, si è speso  con ottimi risultati  per la nostra città. Il capogruppo di “Felice per Messina” Santalco  ha quindi bacchettato l’amministrazione Accorinti per non aver  ancora presentato un progetto cantierabile alla Regione,  indispensabile per  “afferrare al volo”  gli 11 milioni di euro già disponibili per Messina. «Non sapevano neanche esistesse un progetto cantierabile per la costruzione di 24 alloggi a Fondo Fucile e vogliono cercare le case sul mercato, pur sapendo che sono necessari determinati requisiti e che dunque non sarà facile trovarle », ha  accusato  l’ex presidente dello Iacp.  « L’amministrazione deve fare in fretta per non  lasciarsi sfuggire gli altri  40  milioni di euro previsti nei capitoli regionali  e presentare subito 3-4 progetti cantierabili, con particolare attenzione a Fondo Basile e via Taormina» , ha aggiunto Santalco prima di restituire  la scena a Calabrò.

Ed in questa prima uscita pubblica, post- elettorale, Calabrò – stavolta lui pungolato dai giornalisti – ha lanciato qualche frecciatina ai renziani ( «C’è chi non ha avuto il coraggio di candidarsi al Consiglio comunale») e ha annunciato che, nelle prossime settimane,  il Pd verrà fuori con delle proposte concrete nei vari settori, anche perché – con il ricorso in ballo – potrebbe presto essere lui il nuovo sindaco di Messina. Sempre in risposta alle domande dei giornalisti, l’esponente del Pd è intervenuto anche  proposito delle nomine già effettuate o in attesa di essere formalizzate dall’ amministrazione Accorinti. Sulla nomina di Giovanni Bruno quale dirigente dello Staff di Gabinetto  e sulla presunta vicinanza al ministro D’Alia, che condizionerebbe alcune scelte di palazzo,  Calabrò taglia corto: «Bruno è un ottimo dirigente, lo stimo molto e anch’io lo avrei  nominato capo di gabinetto». Per nulla condivisa, invece , la scelta di Accorinti di mettere alla porta il segretario generale Santi Alligo per sostituirlo con Antonino Le Donne: «Torna a Messina e  pretende di fare anche il city manager, con doppio stipendio. Se divento sindaco, se ne può tornare da dove è arrivato».

I tre mesi trascorsi dal giorno del ballottaggio sembrano avere restituito a Felice  Calabrò    grinta e sicurezza, visibilmente sbiadite in campagna elettorale, almeno  per chi era abituato a vederlo “ruggire” in Consiglio comunale. (Danila La Torre)

 

Danila La Torre