“Il 30 giugno è arrivato e nulla è stato fatto per la liquidazione della partecipata dei rifiuti e dell’ATO 3, annunciata, promessa e garantita per oggi, ma della quale non si hanno notizie”.

Così Giuseppe Santalco, capogruppo di Felice per Messina, che aggiunge: “Siamo stati facili profeti allorché abbiamo detto che il termine del 30 giugno entro cui costituire una nuova società per la gestione dei rifiuti (che avrebbe dovuto fare capo all’AMAM, ndr) era un mero miraggio e una data buttata lì solo come mero termine temporale.

In realtà è necessaria una proroga di almeno 3 mesi per Messinambiente. A chiarimento occorre ribadire che all’attenzione del Consiglio Comunale non vi è alcuna delibera relativa alla futura gestione delle partecipate e il percorso che l’amministrazione intende intraprendere”.

Al momento, all’ordine del giorno ci sono solo il Contratto di Servizio con l’AMAM, peraltro ancora privo della delibera del CdA della società, e una proposta di delibera inerente l’adeguamento dello Statuto Amam al controllo organico.

All’appello mancano lo Statuto di una nuova società in house, un documento che illustri il passaggio di MessinAmbiente all’AMAM o almeno una modifica allo Statuto che consenta alla società di gestire non solo l’acquedotto comunale ma anche la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti solidi.

Poi Santalco si volge direttamente a sindacati e lavoratori. “Ma voi pensate che con questa situazione finanziaria l’AMAM sia in grado di gestire anche i rifiuti? Intanto ancora sembra che non abbia versato al Comune l’importo di 858.719 euro quale destinazione a dividendi degli utili di esercizio AMAM Spa. Inoltre, il Bilancio della società al 31 dicembre scorso pare che si sia chiuso con un utile di 495 mila euro. Detratto il 5%, è inferiore all’importo di 700 mila euro previsto nel Piano di Riequilibrio”.

E ancora: “L’Amam è debitrice nei confronti del Comune di Messina di 9 milioni di euro risalenti al momento della costituzione della società, mentre ancora non è risolta la questione relativa al credito vantato dal Comune per i proventi dal servizio raccolta e scarico acque reflue di 15 milioni 665.829 euro affidato all’Avvocatura Comunale con la delibera n° 3 dell’8 gennaio 2013. Ma i bilanci dell’AMAM riportano debiti consistenti verso fornitori (47.885.387) e verso il Comune di Messina (28.438.431)”.

In dettaglio, con Siciliacque ed ENI è stata convenuta la dilazione del pagamento della sorte capitale e (nel caso di Siciliacque) l’abbattimento degli interessi di mora maturati in base agli originari accordi contrattuali. Ma c’è anche il debito verso l’Enel per la fornitura di energia elettrica tra aprile 2009 a giugno 2011, per il quale è in atto un contenzioso.

 

http://sicilians.it/100350-messina-amam-rifiuti-santalco-lasciate-perdere

 

“Inoltre, notizie di questi giorni parlano di un possibile decreto ingiuntivo esecutivo notificato all’AMAM dall’Enel -spiega ancora Santalco. Pensate che una società con una esposizione debitoria parziale di ben 76 milioni di euro possa diventare un porto tranquillo a cui approdare?”.

Dall’amministrazione Accorinti Santalco si aspetta determinati passaggi, a partire dalla costituzione di una nuova società (mista o in house) entro il 31 dicembre prossimo che gestisca la raccolta dei rifiuti a cui trasferire gradualmente mezzi, personale, autorizzazioni varie regionali, impianti e quant’altro per avviare il servizio l’1 gennaio dell’anno prossimo. Indispensabile poi il trasferimento urgentemente del personale ATO3 a MessinAmbiente per farlo confluire successivamente nella New Coo, lasciando all’AMAM solo ed esclusivamente il Servizio Idrico Integrato.

“Da abbandonare l’idea della Multiservizi -dichiara Santalco- in quanto è incomprensibile gestionalmente e tecnicamente trasferire  una azienda speciale come l’ATM, che sta gradualmente migliorando, per immetterla in una nuova realtà societaria che diventerebbe un mostro dovendo gestire contemporaneamente rifiuti, acqua, trasporto pubblico locale e altro.

Infine ricordo all’amministrazione che le delibere n° 188 e 189 del 31 marzo devono ancora passare al vaglio dell’Aula, per cui prudentemente è consigliabile condividere un percorso sulle società partecipate la cui competenza è esclusiva del Consiglio Comunale”.